domenica 6 marzo 2011

La Speculatrice di Papi

Eran trecento, eran giovani e forti, e pur mignotte!
Me ne andavo un mattino a lavorare
quando ho visto una cagna in fondo al viale:era una cagna che andava ad Arcore,
e portava la sua passera all’untore.
Al piazzal dell’orgettina si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ben accompagnata;
avea in mente l’idea dell’ammucchiata.
Eran trecento, eran giovani e forti, e pur mignotte!
la potta al vento e l’abito del convento,
è voler del nano avere un sacramento.
Ad una ad una le guardai nel viso:
tutte avean un assegno e un sorriso.
Mi disser: non aver timor ne vergogna,
non per questo tu finirai alla gogna;
e le sentii mandare un solo grido:
Siam venute a soddisfar la sua libido.
Eran trecento, eran giovani e forti, e pur mignotte!
Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro
una giovin sculettava innanzi a loro.
Mi feci ardita, e, presal per la sottana,
le chiesi: – dove vai, bella puttana? -
Guardommi e mi rispose: – O mia sorella,
dal porco vado a ciucciar la sua cappella. -
Io mi sentii tremare tutto il core,
e potei dirgli: – V’aiuto io care signore! -
Eran trecento, eran giovani e forti, e pur mignotte!
Quel giorno mi scordai di lavorare,
e dietro a loro mi misi ad ancheggiare:
due volte si scoparon gli gendarmi,
e l’una e l’altra li spogliar anche dell’armi.
Ma quando fur della Certosa ai muri,
i flaccidosi saltellavan come canguri,
e tra ‘l fumo le canne e le battute
il nano stendea le mani alle vendute.
Eran trecento, eran giovani e forti, e pur mignotte!
Eran trecento, una sola a capofila,
volean tremila e facean novecentomila;
il ragionier è certo che annuisca,
la pecunia non vien fuor dalla sua tasca;
fun che pugnette vid’io, per lor pregai,
ma un tratto venni men e mi adeguai;
io non vedeva più fra mezzo a loro
quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro.
Eran trecento, eran giovani e forti, e pur mignotte!


L'Ortolano

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