Amici della rete, avete udito?
Oggi, alle cattoliche famiglie,
il grande Silvio ha detto preoccupato:
“Chi va alla scuola pubblica poi raglia,
colpa dei comunisti e dello stato!
Se avete figli, e soprattutto figlie,
a tali orrori voi ponete il veto,
il vostro Presidente vi consiglia:
sempre privato, e deprivar del voto
è il nostro motto, è la nostra Itaglia”.
Dal podio religioso li ha esortati:
“Conosco un istituto la cui soglia
non varca lo studente senza voglia:
vi insegnano docenti preparati,
pensate, la Gelmini han rimandato
perché in oral non era troppo sveglia:
il manico leccava e non la teglia,
nel refettorio poi ch'avea mangiato.
Ma del suo gran talento erano prove
che io, gran pedagogo, ho valutato,
non mai meno di sei e più di nove (69).
Lì anche la Brambilla ci studiava,
e i voti che pigliava, e quanto prese!
Ché nel pigliar nessuno la batteva,
tanto che le battone del paese
le davano la caccia per difesa
sicché i cacciati poi sempre difese.
Ma vengo (mi è consueto...) a dirvi
delle materie e dei docenti insigni
che all'Istituto San Martin de' Servi
alta virtute insegnano ai più degni:
le lingue tutte docet Capezzone,
ch'egli è sapiente a menadito
nel'arte di chi lecca il suo padrone;
v'è poi Ciccchitto, professor del peto
parlamentare, e pure di trombone.
La Russa insegna l'arte militare
di stare con Gheddafi, e poi scappare;
Brunetta infine, splendido docente,
ma alle lezioni quasi mai presente.
Altro che Rubbia, Rodotà o Messori!
Bungologia, con grandi professori!
Dopo ciò detto, potrei continuare,
ma chiedo venia, amici della Chiesa:
mi chiama la missione d'educare
una fanciulla ancor rimasta illesa”.
E sì com' è venuto se n'è andato,
il Grande Educatore dello Stato.
SM
Nessun commento:
Posta un commento